Palazzo Ducale, vicina la rottura definitiva nel Pd

Alla seduta dedicata alla presentazione delle linee programmatiche della Giunta Sanna i dieci consiglieri del Pd delle aree Spissu-Lai-Demontis ad un passo dall’astensione sul voto finale. Il dibattito proseguirà giovedì prossimo

Sassari. Una settimana per ricucire lo strappo e tentare di ricomporre il puzzle una volta per tutte. Il momento della verità è finalmente arrivato: nel giorno dedicato alla presentazione delle linee programmatiche della nuova Giunta guidata dal sindaco Nicola Sanna il muro contro muro con i 10 consiglieri del Pd (erano inizialmente 11 ma Antonio Piu, adesso presidente del Consiglio comunale, è chiamato a svolgere un ruolo super partes) che fanno riferimento alle componenti guidate da Salvatore Demontis, Silvio Lai e Giacomo Spissu stava per fare precipitare definitivamente la situazione. In realtà lo scontro non è stato tale almeno in Aula. Ancora non è apparso in maniera plateale. E c’è da capire se davvero ci sarà. Perché le conseguenze sono facili da prevedere: probabili dimissioni del sindaco, elezioni comunque dietro l’angolo e Pd spaccato a metà. Di sicuro il clima in Consiglio comunale oggi non era dei migliori. «Si astengono?», «No, escono dall’Aula e non partecipano al voto», «Ma se lo fanno è finita!», il chiacchiericcio tra i consiglieri, gli altri, quelli non coinvolti direttamente nel muro contro muro, che dura da più di un mese, da quando nacque la Giunta Sanna.

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Nicola Sanna

Il sindaco e gli 11 consiglieri (poi diventati 10) non si sono in realtà mai chiariti. Azzerare la Giunta e così ripartire come se nulla fosse accaduto è una soluzione mai presa in considerazione. Da parte del primo cittadino c’è stata un’apertura invece sui tre assessorati messi a disposizione: potrebbero anche essere esterni, se non tutti e tre almeno due. Ma una ridistribuzione delle deleghe è fuori discussione. Gianni Carbini all’Ambiente, ed anche vicesindaco, non si tocca. Idem Monica Spanedda, al super assessorato alla Programmazione, allo Sviluppo locale, alla Cultura ed al Turismo. Entrambi candidati sindaci nella prima fase delle primarie, il loro appoggio a Nicola Sanna è stato determinante per la sua vittoria finale (di misura) su Angela Mameli. Alessio Marras ha, tra le altre, la cruciale delega all’Urbanistica. Grazia Manca, fedelissima di Sanna, oltre che stimata collega (agronoma), è assessora alle Politiche sociali. Gli altri assessori sembrano invece più deboli. Amalia Cherchi, alle Finanze, è vero che è stata indicata da Ora Sì, ma la sua nomina pare non avesse l’accordo unanime di tutta la lista (versione comunque smentita dai diretti interessati). Il coordinatore sassarese del Partito dei Sardi Ottavio Sanna è assessore ai Lavori Pubblici, molto vicino all’assessore regionale Paolo Maninchedda (sempre ai Lavori Pubblici: un canale diretto con la Regione è fondamentale), ma non ha un consigliere di riferimento: Giancarlo Serra, unico consigliere eletto per il PdS, lo ha infatti platealmente sfiduciato («Il gruppo del Partito dei Sardi non ha nessun assessore in Giunta» ha detto proprio al dibattito di giovedì). Infine i tre assessori da subito “in bilico”: Luca Taras (Mobilità e Traffico, Polizia Municipale e Protezione Civile), Maria Francesca Fantato (Politiche educative e Sport) e Luigi Polano (Politiche per l’innovazione, Personale e Servizi Informativi). Sono, nell’ordine, i primi tre dei non eletti. Il loro posto sarebbe dovuto andare a tre consiglieri delle componenti del Pd che fanno riferimento a Demontis, Lai e Spissu. Di fronte però al silenzio dei consiglieri contattati Nicola Sanna ha scelto di “pescare”, con una sorta di “scorrimento provocatorio”, nella stessa lista del Pd. E proprio queste ultime tre sono le deleghe che possono essere messe a disposizione.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAE adesso? Giovedì prossimo il dibattito proseguirà. Oggi (31 luglio) Nicola Sanna ha esposto le linee programmatiche (ne daremo conto in altri articoli che pubblicheremo in questi giorni) del quinquennio di mandato. Durerà cinque anni oppure tutto si interromperà bruscamente nelle prossime settimane? È ancora presto per dirlo. Al termine del dibattito è vero che si vota. Ma non si tratta di una fiducia all’esecutivo. Le conseguenze però dell’astensione dei 10 consiglieri del Pd sarebbero comunque devastanti dal punto di vista politico. Qualcuno lo ha fatto capire direttamente in aula. «All’inizio della seduta il gruppo del Pd non era presente. Si è trattato di uno sgarbo alla città, non solo a questo Consiglio», ha detto dall’opposizione Antonello Sassu (Sassari Progetto Comune). Dalla maggioranza, Efreem Carta (Ora Sì): «Questa è una maggioranza che tutta insieme ha superato il 65 per cento, trovando il consenso dei sassaresi»; Simone Campus (Pd): «Le linee programmatiche sono lo sviluppo in maniera più articolata del programma elettorale. Il sindaco è voluto dal popolo, come i consiglieri». È intervenuto anche l’assessore Gianni Carbini: «I partiti hanno contribuito alla stesura del programma, con un atto sostanziale di condivisione da parte di tutti i candidati».

ConsCom31luglio2I numeri. Innanzitutto le opposizioni. I consiglieri sono 10 ed oggi sono intervenuti quasi tutti. Tante le critiche al programma esposto dal sindaco. Ma dalla minoranza è logico attendersi un no (fanno solo il loro mestiere), anche se un’astensione non va scartata a priori (tutto dipenderà dal clima generale di giovedì prossimo). «Questa è stata la giornata dei rinvii e delle sospensioni. Potevamo aggiornare i lavori a domani. E invece proseguiremo la settimana prossima. Significa che poi riprenderemo solo a settembre», dice Rosanna Arru (capogruppo di “Sassari Progetto Comune” e candidata sindaco per il centrodestra). «Certamente non siamo contenti di tutto questo e le responsabilità risiedono unicamente nella maggioranza», aggiunge Maurilio Murru, capogruppo e candidato sindaco per il M5S. «Siamo contrariati e stupiti: oggi c’era il primo dibattito e già ci troviamo con problemi di questo tipo. Più che mai oggi la città sta pagando le conseguenze di un’accozzaglia di liste e candidati. Quando arriveranno in Consiglio pratiche più pesanti come il bilancio o il Puc chissà cosa accadrà», dice Manuel Alivesi, capogruppo di Forza Italia. «Lo ripeto: a me interessa solo dare un contributo concreto alla vita della mia città. I problemi interni di un partito non mi riguardano. E non interessano ai sassaresi», commenta Nicola Lucchi (nella foto qui a destra), capogruppo di “Sassari è”, anche lui candidato sindaco lo scorso 25 maggio.

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Il gruppo consiliare del Pd

Queste invece le posizioni a favore della Giunta. Scontato il sì dei consiglieri della lista civica “Sassari Bella Dentro”: Francesca Arcadu, Alessandro Boiano e Bernardino Ghi. Poi ci sono i cinque consiglieri “monogruppo”: Tonino Falchi (Upc), Franco Era (Centro Democratico), Marco Manca (Sel), Giancarlo Serra (Partito dei Sardi) e Giampaolo Manunta (Idv). Tutti hanno già annunciato il voto favorevole al programma del sindaco (esplicito anche Falchi, uno dei più attesi: «Concordo pienamente con le linee programmatiche del sindaco»), come anche i tre consiglieri di “Ora sì”, Efreem Carta, Nanna Costa e Lalla Careddu. E siamo a 11. Rimangono i 13 del Pd. Con Sanna sono sicuramente Simone Campus (“civatiano” e schierato con il sindaco sin dalle prime fasi delle primarie) e Mario Pala (“ulivista” vicino a Gavino Manca e Bruno Dettori). Antonio Piu, come detto, è adesso presidente dell’Assemblea e svolge un ruolo neutrale. Ma era anche lui con i consiglieri che erano schierati con Angela Mameli alle primarie. Piu (il più votato, 1250 preferenze, il 25 maggio) è vicino al consigliere regionale Salvatore Demontis, come Carla Fundoni, Pierpaolo Bazzoni e Lisa Benvenuto. Salvatore Sanna e Valeria Fadda sono invece della componente che fa riferimento al senatore Silvio Lai. Poi i consiglieri dell’area di Giacomo Spissu, un vero e proprio gruppone: Giuseppe Masala, Stefano Perrone, Esmeralda Ughi, Gianni Crobu e Lello Panu. Durante il Consiglio comunale non hanno preso la parola. Ma prima della ripresa della seduta, alle 15,30, dopo la sospensione per il pranzo, la tensione era alle stelle, tanto che i lavori sono ripresi con mezz’ora di ritardo (e l’ultima ad entrare in aula è stata la capogruppo Ughi). Stesso discorso in realtà alle 9,30: solo alle 10 i consiglieri sono riusciti a garantire il numero legale. Vertici, riunioni con discussioni accese, tutto in casa Pd. Alla fine è il presidente Antonio Piu a convocare i capigruppo in Sala Giunta: si rinvia tutto a giovedì prossimo, con la prosecuzione del dibattito e la votazione conclusiva. Oggi non si può proprio. Con un elemento chiaro: per i 10 del Pd il dialogo con Nicola Sanna non c’è. E difficilmente potrà (finalmente) partire entro giovedì.

Luca Foddai

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